giovedì 15 marzo 2018

Recensione: Grosso guaio a Dorba Rocchese, di Samuele Fabbrizzi e Vito Pirrò

Titolo: Grosso guaio a Dorba Rocchese
Autori: Samuele Fabbrizzi e Vito Pirrò
Editore: Dark Twin
Pagine: 135
Link per l'acquisto QUI

La trama: “La mia città non conosce la luce del sole. Dorba Roc­chese è tenebra sporcata dai neon di bar e bordelli. Brulicante di prostitute, droga e violenza.” Inizia così la storia di Garco e Stecca, due “addetti al recupero crediti” per il boss Baldimeo, malavitoso di Dorba Rocchese. Due personaggi forti, violenti, dai modi poco cortesi, la cui intesa è minata da incomprensioni caratteriali e da una netta differenza nel modus operandi: Stecca è senza freni, sadico e perverso, e Garco non sopporta più di dover sistemare le cose anche per lui. Per questo decide di chiedere al boss di separarli, finendo però invischiato in un ultimo lavoro che dovrebbe segnare la fine della collaborazione tra i due: una semplice visita al dottor Carmona, un vecchio medico indebitato fino al collo. Arrivati a casa del dottore i due, però, scopriranno che la loro impresa non sarà affatto semplice come pensavano: si troveranno imprigionati da pesanti serrande d'acciaio all'interno dell'abitazione dello scienziato, trasformata in un laboratorio per la sperimentazione di uno strano virus. Su cavie umane: uomini e donne tramutati in creature orripilanti e senza controllo, un incubo che ha preso vita. In una notte diversa da tutte le altre, Garco e Stecca dovranno mettere da parte il rancore e usare tutte le armi in loro possesso per uscire vivi da quell'Inferno in terra.

La recensione

Inizio dicendo che sono rimasto stupito, dall'inizio alla fine. come dico sempre prima di iniziare a leggere qualcosa non rileggo mai la trama perché voglio riscoprire la trama strada facendo...e cavolo, ho fatto davvero bene. Samuele Fabbrizzi (già noto sul blog per La fabbrica di farfalle e Infernal Beast - Il braccio mutante della legge) eVito Pirrò hanno creato qualcosa che merita di essere letto!

Abbiamo davanti Dorba Rocchese, un luogo che è bene non attraversare mai da soli. Questa cittadina non è un posto come gli altri. Perché? Perchè al suo interno c'è ogni sorta di aberrazione sociale che si possa immaginare. Tra le sue vie ci sono malviventi, tossici, assassini, prostitute e tutta quella schiera di gente che la comune creanza non accetterebbe manco da lontano. Questa è Dorba Rocchese. Questa è la città dove si svolgono gli accadimenti di questo romanzo.
Garco e Stecca, due picchiatori, due che fanno rispettare i debiti alla gente senza usare mezzi termini,  sguazzano in questo lago di miseria e disperazione al soldo di Baldimeo. Il loro capo ha chiesto di eseguire un ultima azione, sistemare un ultimo affare prima di prendere provvedimenti riguardo la loro discutibile condotta.
E così vanno, deicdono di mettere in atto una loro strategia per avere quell'ultimo pagamento, penetrando in una villa che sembra una fortezza. Quello che però si troveranno davanti è la cosa più strana che potessero vedere. Una situazione, un caso, qualcosa che va oltre l'orrore e il marcio che li circonda... 

Vorrei adesso dire qualcosa che già non è stato detto nella trama. La struttura di questo libro si divide in due. I capitoli seguono i due punti di vista dei personaggi principali alternando capitoli dove ciascuno racconta la sua parte intrecciandola a quella dell'altro. i due autori utilizzano un linguaggio duro, crudo, cattivo... sicuramente non adatto ai fanatici delle buone maniere. Questo però è il bello, non è un linguaggio fine a se stesso, ma fa parte della storia, la incornicia, la impreziosisce e rende tutto così vero che sembra quasi di vedere all'orizzonte quella ridente cittadina. Di rado mi è capitato di leggere descrizioni simili.

In questa storia c'è parecchia azione, da subito. Da subito il lettore viene sbattuto all'interno di questo mondo fatto di violenza e sangue, tanto da sembrare un pulp. Ci sono torture e punizioni che han fatto digrignare i denti anche a me. Poi cambiamo quasi genere e quando, insieme a Garco e Stecca, mettiamo piede nella villa di Carmona è come ritrovarsi di colpo al Roccon City, la città di Resident Evil. Là dentro è tutto diverso, i personaggi sono tutti in pericolo, tutto ciò che è stato detto prima viene messo in gioco mostrando quanto la vita faccia schifo e come sia possibile perdere la vita in un secondo senza che nessuno ti dia una mano.

Una storia che ti trascina nel torbido assieme a due uomini che non hanno nulla da perdere, se non l'onore di essere uomini. Un libro che ho letto in un soffio e che sarei pronto a rileggere di nuovo per provare nuovamente il piacere di aver di fronte perfette descrizioni, incastonate perfettamente al mood della storia. Chi l'avrebbe mai detto che dentro queste poche pagine avrei trovato due mondi paralleli che allo scoccare dell'ora X avrebbero dato vita a una fiumana di sangue incontrastata e che con piacere mi sarei lasciato travolgere?

Consiglio questo libro ai quattro venti perché è davvero bello e godibile, il genere deve essere piacere ok, ma è sorprendente quanto si resti intrigati dopo solo qualche pagina. Non trovo altre parole per descrivere quanto ho letto e se non ho scritto dettagli degli storia è perché non amo io leggerli per primo nelle recensioni. Amo scoprire la storia per conto mio.
Ed è questo che dovete fare anche voi.
Ora.

Nessun commento:

Posta un commento