lunedì 3 ottobre 2016

E adesso statemi a sentire, di Sandra L. Rebecchi

Titolo: E adesso statemi a sentire
Autore: Sandra L. Rebecchi
Editore: Nulla Die
Pagine: 190
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La trama: Una donna si racconta mentre la sua malattia progredisce inesorabile. Nella narrazione l'Alzheimer diviene occasione per i ricordi, forse meno dolorosi, e per gli affetti, che diventano più "visibili", disincagliati da remore e pudori. La malattia si rivela anche strumento per liberare gesti istintuali dalle convenzioni sociali che bloccano, nascondono, ci fanno diversi da quelli che siamo davvero: è un tramite per sentire ciò che l'uomo ha scordato, sopraffatto dalla durezza ingannevole e annichilente della vita di tutti i giorni. Per qualcuno non abbastanza sensibile, per quelli che non si ascoltano o non hanno abbastanza cose da dire, la malattia, e l'Alzheimer in particolare, è solo una dolorosa gabbia. Ma per altri, per chi sa "sentire" la vita, per chi non si tira indietro e l'affronta di petto, col sorriso e con le lacrime, rialzandosi notte dopo notte, mattina dopo mattina, la malattia può diventare ricchezza: una parte, dolorosa, della pienezza della nostra presenza su questa terra.


La recensione

La storia: Questa storia narra di Rina e delle sue figlie. Narra di lei e di come l'Alzheimer ha cominciato piano piano a farsi strada nella sua vita creando voragini sempre più grandi e impossibili da riempire. Lo spaccato di vita di una donna che inizia a scivolare verso un qualcosa da cui nessuno può salvarla, portandosi dietro, inevitabilmente tutto quanto, spesso senza rendersene conto.

La struttura e il linguaggio: Il tipo di narrazione adottato dall'autrice è quello della prima persona, a raccontarci e raccontarsi è Rina stessa, che attraverso un linguaggio spiccio, semplice e immediato, dona alle pagine una dirompente carica emotiva. L'intero libro è concepito attraverso brevi capitoli che rendono partecipe il lettore di stralci della sua vita. Assistiamo quindi alle liti col marito, alla nascita dei nipoti, alle riunioni di famiglia dove tutti cercano di essere sempre felici cercando di non vedere mai quello che hanno davanti agli occhi. Purtroppo non è tutto qua. I capitoli mettono in luce come i ricordi Rina inizino ad opacizzarsi piano piano, come lei cominci a confondere le cose che conosce, ad avere dei dubbi se quelle che tutti i giorni la chiamano al telefono siano davvero le persone che ha cresciuto con amore.
Le parole utilizzate da Sandra Rebecchi non sono mai ricercate, fanno parte del nostro quotidiano e in perfetta sintonia col personaggio, una donna della classe media che si esprime e da sfogo ai suoi pensieri in maniera chiara e sincera. Stavolta la situazione è ribaltata, è vista dall'interno, è il malato a parlare, è la malattia stessa che con occhi crudeli e spietati guarda verso l'esterno.

Il tema: Per Nulla Die lessi un altro libro che trattava il medesimo argomento, Il tempo senza ore di Luca Favaro, appena iniziato a leggere sapevo più o meno a cosa sarei andato incontro. Quello che non sapevo è che avrei provato lo stesso senso di abbandono provato la scorsa volta. Pensi sempre di conoscere il tuo nemico fino a che non te lo trovi di fronte e devi combatterlo.
Svariati sono i temi di questo libro, nonostante lo spettro della malattia persista sempre, uno di questi, e forse quello più importante, è se chi vive l'Alzheimer dall'esterno si chiede mai cosa passi davvero per la testa del malato. L'amore dei propri cari è in grado capirlo? Conosce che cosa può pensare una persona malata? In situazioni simili pensiamo di saperlo perché noi non ne siamo affetti, ma chi vive la malattia da dentro sente e vede ben altre cose e questo ce lo dimostra Rina.
Il sentirsi impotenti di fronte a una malattia, il non poter fare nulla per poterla curare, per arrestarla anche solo per qualche giorno. Il dolore, la sofferenza, il confidare le proprie paure ai propri compagni o ai propri figli. Un morire lentamente, perché il tempo scorre, sempre.

Il mio giudizio: Non so se ci sono parole adatte per giudicare un libro che ti graffia l'anima in questo modo. Non so se ci sia una maniera più dolce di raccontare una storia come questa, una storia che ha per protagonista una malattia che giorno dopo giorno rode quello che sei e quello che ti circonda. Purtroppo è qualcosa che non perdona. Attraverso questa storia, questo racconto, il lettore vede tutto ciò sotto una diversa prospettiva, una prospettiva che fa quasi pensare che tutto non sia perduto, che ci sia sempre qualcosa da poter salvare. I ricordi sono quello che ci tengono ancorati alla vita, quando ancora ricordiamo chi siamo e chi sono le persone che nella vita ci sono sempre state vicino, nonostante tutto.
Questo è quello che queste pagine ci insegnano. Insegnano a non perdersi mai d'animo nonostante sentiamo che la nostra vita non è più quella che abbiamo sempre vissuto, e insegnano ad accettare l'incedere del tempo e continuare a guardare con amore una persona che lentamente si sta spegnendo, perché quella persona ci ha sempre dato molto e continuerà a farlo. Anche dopo.
Un libro da leggere senza esitazione per capire, comprendere a fondo, per cambiare punto di vista riguardo a qualcosa che troppo spesso viene guardato dall'angolazione convenzionale. Sbagliando.
Andrebbe sempre visto il rovescio della medaglia, cosa sta dall'altra parte.

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