giovedì 7 luglio 2016

Ritrovarsi a Parigi, di Gajto Gazdanov

Titolo: Ritrovarsi a Parigi
Autore: Gajto Gazdanov
Editore: Fazi editore
Pagine: 109
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La trama: Dopo la morte della madre, Pierre Fauré lascia Parigi per trascorrere il mese d’agosto in Provenza da François, un vecchio amico ritrovato per caso. L’incontro con la foresta, i suoi sentieri, la sua luce, la sua immutabilità e il suo silenzio fa intuire a Pierre – un uomo semplice, contabile di una piccola impresa – l’esistenza di un regno insospettato dove il tempo, lo spazio e le sensazioni sembrano essersi immobilizzati in bilico fra sogno e realtà. Ma c’è un altro incontro ad attenderlo: è Marie, che un giorno appare sulla soglia della stanza che lo ospita, un «povero animale malato» che François ha trovato sul ciglio della strada nell’estate del 1940 e ha salvato dall’internamento in manicomio. È lei a innescare in Pierre un moto di rivolta per l’inutilità della propria vita. Contro il parere di tutti decide di portarla con sé a Parigi, dove per mesi si ostina a cercare di far uscire la giovane donna dal limbo dell’inconsapevolezza e dell’oblio nel quale è sprofondata. Solo un miracolo potrebbe salvarla. E così accade: grazie alla dedizione a alla pazienza di Pierre, Marie riuscirà a ritrovare la sua umanità, la sua memoria, il suo passato. E a uscire dall’oblio saranno in due: Pierre scoprirà il senso della vita e deciderà di ricominciare, salvato dal suo stesso miracolo.


La recensione

La storia: Siamo all'incirca alla metà del secolo scorso quando François decide di portare Pierre in Provenza, in vacanza, per sfuggire alle pressioni di una città come Parigi in tempo di guerra. I due si perdono in idilliache passeggiate nel bosco, ad assaporare la vita lontana da tutto, liberi di parlare quanto vogliono e dove vogliono. Lontani dal lavoro, lontani dalla società.
Al mattino di un giorno qualunque sulla soglia dell'edificio dove Pierre alloggia fa la sua comparsa Marie, una donna trovata da François sul ciglio della strada e che da quel momento vive allo stato brado, come una selvaggia. Pierre decide di aiutarla, di portarla con se a Parigi e cercare di ridarle quella vita che ormai sembra perduta.
Trascinare alla vita di prima una donna che sembra non volerlo e non ricordare chi era prima dell'incidente sembra cosa impossibile. Ma la mente umana compie giri inaspettati e quando due anime  perdute si incrociano  non posso che finire per camminare l'una di fianco all'altra.

Lo stile e la struttura: Come nel più classico dei classici lo stile utilizzato dall'autore richiama i maggiori romanzi  contemporanei della sua epoca. Un tipo di prosa che mette in risalto il significato profondo di ogni parola. Ogni periodo getta una luce particolare sull'argomento che tratta rendendolo però sempre scorrevole e mai pensante, adatto quindi ad ogni tipo di lettore.
La narrazione è bipartita, si hanno momenti di dialogo tra i personaggi, che come accade in teatro portano avanti la storia, e momenti di intense digressioni che spezzano l'andare e danno sfogo all'interiorità dei personaggi. Ciò serve ulteriormente a cementare il rapporto con il lettore, ponendogli sempre nuove domande a cui dovrà dare un risposta cercandola nel proprio vissuto.

I personaggi: Ci sarebbe da dire molto su di loro perché ognuno ha dentro un universo intero, proviamo però a dir qualcosa.
Pierrot, Pierre per gli amici, è giovane che una serie di eventi ha portato ha chiudere in se stesso, primo fra tutti la morte della madre. Lui è il protagonista della storia, su di lui si concentra tutto quanto, è lui che di sua spontanea volontà decide di portare Marie a casa. Ha sempre vissuto una vita canonica, ha studiato e si è arruolato nell'esercito tornando poi a casa dopo un ammutinamento. La famiglia per lui è tutto, ha sempre tenuto al rapporto con i genitori, due persone simili ma agli antipodi. La madre pur non essendo una particolarmente colta ha sempre saputo gestire al meglio la sua vita interessandosi a quello che la circondava. Il padre è l'opposto, uomo di cultura, uomo di potere e di politica, uno che dalla vita ha avuto tutto, un genitore con un carattere scontroso, autoritario e severo. Pierre subisce tutto questo, l'ombra di genitori che non gli hanno mai permesso di decidere con la sua testa, che lo hanno corretto, che lo spingevano ad essere quello che non ha mai voluto e che hanno sempre criticato il suo onesto lavoro.
La vacanza in Provenza sarà l'inizio della sua libertà, quando a spasso per il bosco capisce quali siano le sue reali potenzialità.
François è uno di alta estrazione sociale, uno che ama farsi le vacanze lontano dal caos cittadino. Il suo voler sembrare al di sopra delle parti non gli ha vietato di restare una persona gentile e umile, specie con le persone che gli sono vicine. Lui è un sognatore, ama tutto ciò che è romantico ed è portato a fare sconfinate elucubrazioni sulla vita e sull'essere, tiene però i piedi saldamente ancorati alla terra cercando di razionalizzare ogni cosa, specie nel caso della guarigione di Marie.
Marie è una donna con un passato burrascoso alle spalle, ha una vita intera da narrare a Pierre, una vita che è disposta a vergare su un quaderno affinché torni alla luce. Marie ha sofferto, ha perso se stessa, vittima anche lei di un qualcosa che gli è stato imposto. Una famiglia che non desiderava fino in fondo, un marito in cui credeva ma che l'ha delusa. Poi la fuga, la voglia di evadere e di abbandonare tutto quanto. E l'incidente. Da quel giorno la sua vita cambia e scivola nell'oblio fino a quando François non la trova e decide di darle una mano a modo suo. La nuova vita a Parigi al fianco di Pierre mette in luce un lato coraggioso del suo carattere, un lato che non ha paura di tornare allo scoperto e di mettersi in gioco perché la vita, anche se difficile, può sempre regalarci nuove soddisfazioni e forse un nuovo amore.

Il tema: È difficile elencarli tutti quanti, io posso averne visti alcuni, qualcun'altra potrà vederne altri. Io decido di parlare del titolo dell'opera Ritrovarsi a Parigi. Cosa sta a significare questo titolo. Quando ho deciso di leggere questo libro, prima di leggere la sinossi, sono stato forse ingannato, pensando di trovarmi di fronte una storia d'amore. Beh non è così. Ritrovarsi in questo caso ha un duplice significato. Se da una parte simboleggia un appuntamento preso da tempo, inteso come due persone che a distanza di anni decidono di rivedersi per stare insieme, dall'altra abbiamo un valore diverso. Ritrovarsi nella sua forma più pura e sincera: ritrovare se stessi. Un tema a me sempre molto caro, che testimonia tutti coloro che nonostante le avversità e le delusioni che la vita gli ha sbattuto contro, sono pronte a rimboccarsi le maniche andando contro il pensiero comune perché è così che va fatto.
Come detto qualche riga sopra, siamo portati a fare esperienze differenti e gestire persone e caratteri che spesso collimano col nostro, possiamo cambiare, adattarci momentaneamente a una situazione difficile da affrontare, ma quasi sempre la nostra natura torna a farsi viva facendoci ricongiungere con il nostro Io. Un monito, un incoraggiamento, una spinta propulsiva ad essere sempre sinceri e assecondare sempre il nostro cuore.
Sempre.

Il mio giudizio: Era da qualche tempo che non leggevo un classico, un autore contemporaneo che avesse il passato di Gazdanov, e sono molto soddisfatto. Ritrovarsi a Parigi è un romanzo breve, dalle poche pagine che riesce a trasportare altrove il lettore, sempre pienamente coinvolto. Una storia che mischia sapientemente la narrazione classica con quella interiore dei personaggi. Una storia che adatta al periodo che stiamo passando adesso perché, narra di un'estate e di due amici che si ritrovano e decidono di passare assieme il loro tempo. Una storia che nonostante sia ambientata in una città che di recente ha subito forti perdite, Parigi, è capace di parlare di noi e della nostra società attuale, con le sue crisi, le sue ipocrisie e i suoi individui che sempre più tendono ad uniformarsi gli uni con gli altri.
Consigliassimo.

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