martedì 17 maggio 2016

Nyctophobia: mondo senza luce, di Carlo Vicenzi

Titolo: Nyctophobia
Autore: Carlo Vicenzi
Editore: Dunwich edizioni
Pagine: 282
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La trama: Le porte della città si sono chiuse alle spalle di Eliana, sul suo capo una sentenza di esilio che ha lo stesso sapore di una condanna a morte. Nessuna luce. Il Buio ha nascosto il sole agli occhi degli uomini e ora il mondo è immerso nell’oscurità. In un futuro distopico gli esseri umani si sono rinchiusi nelle città, dove possono tenere a bada le Tenebre con il fuoco e l’elettricità. Ma l’ignoto ha sempre esercitato un ambiguo fascino sull’uomo e l’Oscurità sembra diffondere un irresistibile richiamo per coloro che le prestano orecchio. Gli sguardi si rivolgono all’esterno, là dove il Buio ha nascosto il mondo e lo ha plasmato a sua immagine: esseri privi di occhi strisciano dove la luce non arriva, creature sconosciute pronte a ghermire chiunque sia abbastanza pazzo da allontanarsi dalle zone illuminate. Come può Eliana sopravvivere in quella nera realtà dove lo spegnersi della fiaccola significa morte certa? E, soprattutto, saprà resistere alla tentazione del Buio?



La recensione

La storia: Avete mai pensato a un mondo senza luce? Un mondo dove il disco fulgido del sole (tanto per citare Sofocle) non brilla più nel cielo sopra  di noi? Cosa accadrebbe se un domani la luce dovesse spegnersi inghiottita da una famelica tenebra pronta ad avvolgere tutto quanto?
Questo è quello che accade in Nyctophobia di Carlo Vicenzi, una piacevole scoperta made in Italy.
La storia che ci presenta è quella di Eliana, una giovanissima ragazza che viene esiliata dalla propria città per essersi ribellata a una violenza subita. Viene sbattuta fuori dalle mura della città e costretta a cavarsela da sola. Senza aiuto di nessun tipo, senza armi, senza viveri, in un mondo completamente al buio e popolato di strane creature che hanno abbracciato il lato oscuro di quella nuova realtà. Nel suo cammino troverà svariati compagni di viaggio, personalità differenti che le daranno o le toglieranno qualcosa, tutti in viaggio verso un mondo altro, un mondo che crede ancora nel ritorno della luce.

Titolo e cover: Trovo la cover di questo libro a dir poco spettacolare, una copertina che con pochi dettagli rivela il mondo descritto all'interno delle pagine. Oscurità e luce, entrambi protagonisti in antitesi del lavoro dell'autore.
Il titolo...oh...il titolo. So benissimo che nictofobia è anche una parola italiana che tutti conoscono, però a me il titolo ha regalato un piacere in più. Appena i miei occhi lo videro non fecero altro che farmi pensare al mio studio di greco antico da autodidatta, suggerendomi una veloce analisi dove Nyx significa notte e phobos paura, da cui nasce appunto "paura della notte" o dell'oscurità.
Poi mi vengono a dire che le lingue antiche non servono a niente! Tsè!

Il linguaggio e la struttura: Scritto e orchestrato come un libro d'azione, tempi rapidi e incedere parecchio andante separati da narrazioni e descrizioni utili a fare da collante.
Gli accadimenti sono divisi attraverso i capitoli canonici utilizzando sezioni differenti. I personaggi con cui la protagonista Eliana viene a contatto occupano infatti ciascuno una parte diversa. Questo serve a far procedere la storia in maniera lineare e a rendere quasi netti i confini che ci separano dal punto di non ritorno.
Nel libro sono presenti inoltre degli interludi, delle pause, delle interruzioni della storia principale, che servono a spiegare al lettore l'altra grande questione in ballo: c'è qualcuno dietro al al fatto che il cielo si è oscurato? Qualcuno ha deciso di porvi rimedio? È questo che rende interessante il tutto e lo mette sotto una luce (tanto per restare in tema) più seria, sopra il vetrino del microscopio per essere analizzato.

I personaggi: Ciò che rende particolari i personaggi del libro di Vicenzi è il fatto che ciascuno di loro è concepito con caratteristiche differenti. Non esiste un personaggio che somigli ad un altro, hanno un proprio vissuto alle spalle, esperienze di vita che li hanno portati ad essere quello che sono. Ad affrontare il buio di quella notte perenne a modo loro.  C'è chi è costretto a fuggire per colpa di un esilio, chi cerca un modo indolore di redenzione, chi per vigliaccheria ha deciso di votare la propria vita a favore di qualcosa più grande. 
Uomini e donne di estrazione sociale differente, di età e bisogni diversi sono obbligati a convivere, a trovare un accordo che permetta loro di sopravvivere.



Il tema: Il tema horror non viene disilluso. Gli elementi che compongono l'intreccio di questo mondo privo di luce, popolato di esseri come cani scricchiolanti o dracchi assetati di carne umana, ci sono tutti. Tutto questo, come anche il viaggio che Eliana compie coi suoi compagni, fanno da cornice a un macro tema: una spietata selezione naturale.
Il buio ha ingoiato tutto quanto, i colori sono un vago ricordo, le piante sono morte dando vita a una sorta di vegetazione che cresce grazie al calore dei corpi e non più a quello del sole. Le città sono in rovina, abitate da gente il cui nepotismo ha favorito scontri e rivalità. Questo ha il suo perché, ed è il significato che il fido lettore cercherà di scoprire giungendo alla conclusione del libro. Proprio come grandi catastrofi naturali si sono abbattute sulla terra anni e anni addietro adesso siamo di fronte all'ennesima sfida. Chi ha voluto che il cielo si oscurasse? Chi ha deciso di concepire creature che hanno iniziato riprodursi e a mietere vittime? Che tutto questo faccia parte di un enorme piano architettato per fare pulizia sul pianeta terra? Il problema della sovrappopolazione esiste da tempo ormai e sembra che Carlo Vicenzi abbia pensato ad un modo tutto suo per farla pagare alla razza umana. Siamo troppi, siamo abituati allo spreco, ad ogni tipo di supporto tecnologico, ma non sappiamo tenerne di conto. Abbiamo persona totalmente la ragione per le ragioni più futili.
Qualcuno doveva pur far qualcosa, no?

Il mio giudizio: Una storia nei meandri dell'oscurità. Una vicenda non convenzionale giocata su una scacchiera dominata interamente dal colore nero. Il bianco non esiste, è solo un vago ricordo nei reconditi della mente dei più anziani. Un tipo di oscurità che non è solo fisica e palpabile come viene descritta nel romanzo, ma un'oscurità che è soprattutto interiore, è marcia, nera come l'anima corrotta dei pochi superstiti che ancora riescono a popolare la terra senza soccombere.
Ho trovato azzeccata l'idea di un mondo quasi capovolto, in totale balia delle ombre e di un popolo che non si riconosce più, senza più regole, che si trasforma in bestie. In sciacalli. L'intento dell'autore è chiaramente quello di divertire i suoi lettori ma lancia anche un monito, un avvertimento. Vicenzi vuole proiettare il lettore in un futuro forse non così lontano come potremmo pensare, un futuro dove tutto potrebbe cambiare e dove la sola risorsa che ci resta sono i nostri sensi, quelli che sperimentiamo dalla nascita, ma che adesso stiamo piano piano perdendo...
Consigliatissimo.

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