venerdì 22 gennaio 2016

Suburra, di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo

Titolo: Suburra
Autori: Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo
Editore: Einaudi
Pagine: 481

La trama: Una Roma lunare e sguaiata scenario di una feroce mattanza. Un Grande Progetto che seppellirà sotto una colata di cemento le sue periferie. Due vecchi nemici, un bandito e un carabiniere, che ingaggiano la loro sfida finale. Intanto, mentre l'Italia affonda, politici, alti prelati e amministratori corrotti sgomitano per partecipare all'orgia perpetua di questo Basso Impero criminale.

La recensione: Credo che su questo libro siano state spese milioni di parole. non penso quindi ci sia molto bisogno di aggiungere qualcosa che sicuramente è già stato detto.

Non amo le storie di mafia. Da quando a scuola mi propinavano quei racconti o quei film, ho sempre pensato che non venisse dato loro il giusto peso, visto sempre tutto quanto dal punto di vista pedagogico. Una noia mortale insomma. Non l'ho mai sopportato.
Crescendo forse le cose sono cambiate e leggendo da una vita spesso cerco la qualità in quello che leggo. Ecco perché sono rimasto colpito da Suburra. Molto.

Suburra è un romanzo di mafia ambientato in italia, a Roma. Mafia Capitale quindi. Scritto da italiani. Due italiani per niente stupidi. Mi ero stancato di leggere libri stranieri con autori che usavano le nostre ambientazioni per farsi fighi. Bonini e De Cataldo hanno dimostrato di saper raccontare una storia italiana nel giusto modo. Con i tempi giusti e giusti ritmi.

La storia è incentrata su un Grande Progetto edilizio fatto di speculazioni e morti ammazzati. Quante storie di questo tipo esistono? Milioni forse, ma quello che mi ha fatto divorare il libro in brevissimo tempo è tutto il resto. La narrazione scorre velocissima, ti trascina, ti coinvolge al punto tale che per me era un casino smettere di leggere per andare a lavoro. Un misto di prosa e di dialetto romano mixato alla perfezione... e lo dice uno che non ama particolarmente quell'accento. Un linguaggio spiccio, crudo e a tratti violento, portano il lettore nei quartieri limitrofi di Roma, dove regna la malavita legata a doppio filo con le alte sfere. I boss, i capi, quelli che comandano giocano la loro pedina al potere assieme ai cani di bancata, i rifiuti della società, coloro che prima o poi saranno fottuti, ma proprio per questa loro condizioni, capaci di commettere i crimini peggiori.

Nessuno è salvo in quella parte di Roma. A Roma in generale. Suburra mostra uno scenario quasi alieno rispetto a quella città che ci immaginiamo, ma proprio per questo ancora più affascinante e denso di emotività. Un sottomondo pericoloso che spaventa ma che fa quasi venir voglia di esplorarlo. Per capire. Per comprendere. Per sapere fino a che punto possiamo scendere. Una discesa che non porterà mai a una risalita. Non ci sono limiti. Non c'è salvezza.

Rudi, cattivi, violenti, persi in loschi affari di droga, prostituzione, traffici d'armi e di carne, sono i personaggi con cui abbiamo a che fare. Gente da cui è bene stare alla larga. Ma come accade col fuoco, vien quasi voglia di guardarli, toccarli, poter avere con loro uno scambio verbale come fossero persone vere e non personaggi di una storia, seppur vera.
Così sono descritti dagli autori di questo libro. In maniera perfetta, accattivante. Ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Ognuno di loro mi ha dato da riflettere, da pensare. Ci sono i così detti buoni e i cattivi, molto più affascinanti e interessanti. Una lotta intestina. Una guerra cominciata quasi per caso ma che prosegue in modo inarrestabile senza guardare in faccia nessuno.

Un libro che tutti dovrebbero leggere e valutare. Un ottimo regalo di Natale che mi sono fatto. Un libro e una storia che mi hanno fatto sperare nell'editoria.

Leggetelo.

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