giovedì 21 maggio 2015

Recensione: L'autunno di Montebuio, di Micol Des Gouges e Danilo Arona edito da Nero Press edizioni

Buon pomeriggio a tutti voi, carissimi lettori! Come state? Iniziate anche voi a sentire il sapore dell'estate?
Quest'oggi sono qui per presentarvi un'altra delle pubblicazioni della Nero Press edizioni. Stavolta non parliamo di vampiri assetati di sangue come la volta scorsa, ma di un romanzo ugualmente particolare dal titolo "L'autunno di Montebuio" di Danilo Arona e Micol des Gouges.

Titolo: L'autunno di Montebuio
Autori: Danilo Arona &  Micol Des Gouges
Editore: Nero Press edizioni
Pagine: 250
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La trama: Montebuio è un piccolo paese a novecento metri di altitudine sull’Appennino Ligure. Dopo una stranissima estate, quella del 1962, i tre bambini protagonisti – Lisetta, Ettore e Santino – ricominciano la vita di sempre: scuola, giochi in piazza, missioni esplorative nei dintorni di Montebuio. Ma quello che vivono non è un autunno come tutti gli altri. Perché, a partire da sabato 20 ottobre, le giornate dei ragazzini iniziano a essere scandite da terribili telegiornali, da gravi notizie provenienti dall’altra parte del pianeta, dal silenzio tetro degli adulti e da false rassicurazioni. Il trio sente parlare di missili, di ordigni, di America, Russia e Cuba, di capitalisti e comunisti. Notizie di distruzione e di morte, minacce dello scoppio imminente di un conflitto mondiale. Ma non è solo questo clima di paura che devono affrontare i tre amici. Cose ben più strane e terrificanti accadranno nel paese. Perché la paura, al suo picco, è in grado di materializzare i terrori del mondo. Quello esterno e quello interno. E i missili voleranno in direzione di Montebuio. E con loro altre cose che nessuno mai dovrebbe vedere.

La recensione: Quando ho iniziato a leggerlo non sapevo esattamente che cosa aspettarmi. Sinceramente. Poi di colpo mi sono ritrovato sbalzato in una storia che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando frequentavo le scuole medie, quando sognavo di vivere avventure incredibili.
Nel 1962 Montebuio è un paese di poche anime, arroccato sulle colline liguri. Un paese dove i bambini si trovano per giocare nelle piazze, vanno a scuola con il pulmino e hanno il piacere di esplorare la zona fantasticando che nasconda chissà quali misteri. Quello stesso autunno però ha qualcosa di speciale in serbo per i protagonisti di questa storia, tre bambini di circa dieci anni.
Durante una delle loro perlustrazioni alla chiesa del paese  e sotto gli occhi di una cupa e decadente Colonia, scoprono, sbirciando da una fessura, il corpo di una Santa tenuta nascosta a gli occhi della gente. Tutti sanno della sua esistenza ma nessuno sembra volerne parlare. Adulti compresi. Da quel giorno iniziano a verificarsi nel paese strani accadimenti, gatti che parlano, rumori notturni... Ma soprattutto iniziano a circolare voci riguardanti un'imminente guerra che porterebbe la distruzione su tutta la terra, si parla di Cuba e degli Americani, e si parla di guerra nucleare...

Quando ho scritto che non mi aspettavo una trama del genere ho scritto il vero. La storia che comincia in sordina, in un luogo poco conosciuto,  ma poi prende una svolta improvvisa ed inizia a decollare. Anche per uno come me, che non è molto avvezzo alla storiografia, è stato invece facile lasciarmi trascinare da un'ambientazione che piano piano affascina il lettore e lo coinvolge intimamente da più punti di vista. In primo luogo, nonostante i protagonisti siano dei bambini, che sono ben lontani dal mondo degli adulti, mi sono trovato immediatamente in sintonia con loro e con il loro modo di fare, la loro curiosità disarmante, la loro innata capacità di accettare anche gli avvenimenti più strani e incomprensibili. In secondo luogo, e forse è questo il motivo principale, la capacità degli autori di mischiare fatti storici a quelli di pura finzione in modo così naturale da non appesantire per niente la trama. Solitamente o ci troviamo di fronte libri di genere che fanno sembrare gli eventi storici delle bazzecole oppure romanzi che per la complessità di questi aventi eclissano così tanto la narrazione al punto che non ti ricordi manco più chi sono i personaggi a causa delle millemila digressioni. Arona  e Des Gouges non fanno questo. Accompagnano il lettore per mano, lo divertono, lo sorprendono, lo fanno sentire parte del Trio fanciullesco.

A causa della presenza della Colonia che sovrasta il paesotto di Montebuio, luogo testimone di una tragedia, si fa spesso riferimento
a un fatto accaduto tempo addietro, a quando un gruppo di ragazze durante una passeggiata scomparvero senza lasciare alcuna traccia.
Non è altro che un esplicito riferimento al celebre libro di Joan Lindsay "Picnic a Hanging Rock", di cui c'è un piccolo estratto prima che la vera storia cominci. Questo ha contribuito a rendere il libro di Arona e Des Gouges ancora più particolare.  Nella storia infatti i nostri giovani protagonisti si inerpicano sulla montagna per accompagnare una processione a cui partecipa tutto il paese e che non sarà priva, anch'essa, di fenomeni fuori dal comune. Proprio come accade nel libro sopracitato a Miranda, Marion, Edith e Irma, anche se in forma del tutto differente e con una drammaticità superiore. Ho adorato e continuo ad adorare il libro della Lindsy, facile quindi immaginare il piacere provato nel trovarlo citato velatamente più e più volte...

L'autunno di Montebuio presenta poi un linguaggio semplice ma efficace, capace di infondere timore e inquietudine con poche semplici parole. Troppo spesso si pensa che gli scritti che spaventano e fanno agitare abbiano bisogno di chissà quali preamboli e chissà quali personaggi fantastici, proprio per questo motivo dobbiamo cercare di capire che la cosa che può farci più paura siamo noi stessi, l'uomo, e le le sue macchinazioni, la sua sete di potere. E' questo che Danilo Arona e Des Gouges vogliono trasmettere con il loro lavoro, che non è il classico horror che tutti si aspettano. Il loro è uno scritto semplice, fatto di parole semplici, ma che ha per argomento la paura che tutti gli esseri umani hanno, quella cioè dello scoppio di una guerra che può far cessare tutto da un momento all'altro. Quale nemico peggiore può esserci dell'uomo stesso e della sua voglia, tremenda, di controllare il mondo? Quello che accade all'interno di questo libro traduce alla perfezione il pensiero Jungiano dell'inconscio collettivo, agli effetti che si riscontrano quando la mente umana corre alla velocità della luce verso qualcosa che non conosce.
Un libro che incastra la spensieratezza dell'età infantile alla tragicità degli eventi storici, che unisce la semplicità delle azioni di tutti i giorni come l'andare a scuola col pulmino e giocare a palla alla drammaticità che negli anni '60-'70 ha pervaso il mondo intero prima che cominciasse il periodo delle avanguardie...
Un libro per tutti e per tutte le età. Adatto a coloro che da poco si sono affacciati al mondo della lettura e a coloro che, in età adulta, volgono lo sguardo al passato al fine di comprenderlo meglio.

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