martedì 28 ottobre 2014

Segnalazione: Onde,di Sabrina Calzia

Ciao a tutti cari lettori! Questa sera torno tra voi per segnalarvi il libro di Sabrina Calzia, che gentilmente mi ha contattato la settimana scorsa. Si tratta di una silloge di racconti che toccano svariati argomenti ma che hanno come comune denominatore l'animo umano... Fa sempre piacere leggersi dentro, no?

Titolo: Onde
Autore: Sabrina Calzia
Editore: Youcanprint
Pagine: 166
Prezzo: 12 euro

La trama: Venti racconti, alcuni molto brevi, narrano venti storie per voce di altrettanti uomini e donne, toccando svariati temi, tutti molto intimi. Dall’inquietudine alla nostalgia per l’infanzia, dal rapporto tra fratelli alle difficoltà nell’affrontare i condizionamenti esterni, siano essi le aspettative dei genitori o i conflitti socio-politici e generazionali. E poi l’amore, la maternità, la solitudine, la malattia, l’indifferenza, l’ingiustizia, l’ipocrisia, la capacità di perdono. Ogni vicenda ha un profumo tutto suo, un proprio colore, un preciso carattere; eppure, anche nelle diversità, da tutti i brani emerge una costante: l’attenzione rivolta a sensazioni e sentimenti, veri protagonisti di ogni storia. Sensazioni e sentimenti che, filtrati dalla memoria, pulsano come onde nel mare dei ricordi. Al ritmo del cuore. 

L'autore: Sabrina Calzia è nata a Imperia nel 1971, e della Liguria conserva nel cuore il vento, il sole e la casa dove è cresciuta. Ha amato molti autori, primo fra tutti Pirandello, e coltivato diverse passioni: dalla musica ai numeri alla cucina. A Cernusco sul Naviglio, dove vive, ha trasferito su carta il suo sogno di scrivere, chiuso in un cassetto da quand’era bambina. Tre anni dopo “La metà di credere”, è alla sua seconda pubblicazione.

Tutti coloro che fossero interessati a visionare il libro di Sabrina può cliccare QUI per il link di Amazon. Disponibile anche in formato ebook a soli 1,99 euro in tutti gli store online, o acquistabile comodamente con il credito telefonico su Google Books a 2,99 euro.

lunedì 27 ottobre 2014

Recensione: Essere Melvin, di Vittorio De Agrò

Titolo: Essere Melvin tra finzione e realtà
Autore: Vittorio De Agrò
Editore:  Lulu
Pagine: 420

La trama: Essere Melvin è per un verso la storia di un cavaliere temerario che deriva la sua audacia da un rapporto con la realtà tutto trasfigurato dalla finzione; per altro verso è la storia di una vendetta lungamente preparata e macchinosamente architettata. Dirò di più: il libro stesso è una gigantesca rivalsa, non contro qualcuno in particolare, ma contro la misura colma delle frustrazioni e delle delusioni, contro una vita che somiglia troppo poco a quella sognata. Un romanzo d’avventure, dunque? Certo. Purché il lettore sia avvertito che le terre di conquista sono tutte interiori, e che l’eroe era ben poco equipaggiato ad affrontare i mostri, i draghi, gli stregoni e i briganti che non sospettava di nascondere in sé. Melvin è una storia vera.

La recensione: Quella che il lettore si trova davanti è la storia di un amico. Un amico di nome Melvin che un bel giorno decide di raccontarci la sua storia. Una storia fatta di alti e bassi, piena di persone, amici, pensieri e dolori. Melvin si presenta come una persona difficile, una persona con gravi problemi e chiede di essere aiutato ad attraversale il tunnel della malattia. Vittorio De Agrò ci permette, attraverso le pagine di questo suo libro, di accompagnare Mel alle sue sedute psicoanalitiche dal dottor Splendente ed assistere assieme a lui al dipanarsi della sua storia. 

Assistiamo così alla crescita e alla maturità di un ragazzo come tanti, uno di noi, il classico ragazzo della porta accanto. Un bambino che fin dalla tenera età viene messo però un po' troppo sotto pressione dai genitori. Il padre lo vorrebbe spigliato e intraprendente, la madre un perfetto studioso. Prende così il via la storia di Melvin, tra finzione e realtà. Ci trasporta dalla tenera età fino all'età adulta in un susseguirsi di situazioni della vita di tutti i giorni, che piano piano diventano sempre più cervellotiche, staccandosi sempre più dalla realtà per trasferirsi quasi completamente nella testa del protagonista. Assistiamo alle vittorie ma anche ai molti insuccessi della vita di Mel, alle sue insicurezze, ai suoi primi amori e alle numerose relazioni a distanza...

Il narrare dell'autore in prima persona la vicenda, cose fosse Mel, fa in modo che il lettore si senta subito coinvolto nella storia e familiarizzi immediatamente con il protagonista. Un linguaggio colloquiale quindi, di facile comprensione e scorrevolezza che permette di giungere in brevissimo tempo, e senza sforzo, alla conclusione della vicenda.
Dei numerosisissimi personaggi che popolano la vita di Melvin, ce ne sono alcuni che spiccano più di altri e che rimangono impressi più facilmente, vuoi per l'approfondimento del rapporto con il ragazzo, vuoi per lo spazio che l'autore decide di dargli. Uno di questi esempi è l'Aspirante (aspirante attrice), una ragazza protagonista di un fiction televisiva a cui Melvin riesce ad avvicinarsi , complice anche un forum su internet dove il protagonista instaura numerosi rapporti di amicizia. Altri invece, nonostante abbiamo un ruolo forse anche più determinante nella mente di Mel, passano spesso in secondo piano.

Ciò che forse un po' mi è dispiaciuto è il modo di reagire del dottor Splendente. Questo personaggio, che incarna una sorta di “bene superiore” che aiuta Melvin a guarire dalla sua malattia mentale, mano a mano che la lettura procede risulta essere sempre un po' troppo algido. La professione dello psicologo prevede un certo distacco ok, ma con l'andare delle sedute e mano a mano che il racconto di Mel si faceva via via più drammatico, avevo sperato potesse esserci una sorta di transfert. Questo invece non succede mai, se non forse alla fine, quando lo Splendente si esprime in un certo modo riguardo alla decisione di Mel di interrompere la cura. Questo l'unico punto interrogativo della storia.

Il libro di De Agrò è un libro per lettori che sanno apprezzare le piccole grandi storie, che sanno cogliere le piccole sfumature all'interno di un racconto lineare e progressivo. Un libro che per la sua semplicità fa apprezzare la vita di tutti i giorni e i rapporti che possono nascere in situazioni non convenzionali. Mel è una persona fuori dal comune, con tanti problemi e tante paranoie, ma una persona in cui è praticamente impossibile non rivedersi, perchè tutti noi abbiamo avuto sicuramente dei momenti in cui ci siamo fatti prendere dall'ansia e dalla paura.

Non mi dilungo su spiegazioni particolareggiate o analizzo parti del romanzo che ho considerato più o meno belle di altre, e spero che l'autore non me ne voglia, ma credo che sia meglio far sapere cosa si prova leggendo un libro senza per forza vivisezionarlo. E' una storia che si vive per un certo periodo, le pagine sono tante, ma personalmente è in casi come questo che apprezzo ancor di più lo stare steso sul divano a godermi la lettura, perchè ho la sensazione di passare il mio tempo (spesso quello dopo una devastante giornata di lavoro) assieme ad amici. Amici che raccontano la loro storia, Melvin in questo caso, che si è fermato suonando il campanello di casa per venire a parlare con me e sfogarsi. Quando accade questo credo sia una delle cose più belle che la lettura possa regalare, anche a una persona che è costretta per lavoro a stare lontano da casa e lontano dagli affetti.
Questo è Melvin.
Melvin siamo noi.
Sono io.

La pagina fb: Il ritorno di Melvin
Il blog: Il ritorno di Melvin
Vetrina Lulu: Vittorio De Agrò

martedì 7 ottobre 2014

Recensione: L'ospite, di Stephenie Meyer

Titolo: L'ospite
Autore: Stephenie Meyer
Editore: Rizzoli
Pagine: 569

La trama: Nel futuro la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati. Così l'aliena Wanderer si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l'amore. E, spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi in cerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme a Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.

La recensione: Detto fra noi non sapevo bene che cosa aspettarmi da questo libro, avendo ancora qualche ricordo di quello che è stata la saga di Twilight, che francamente mi ha un po' deluso a suo tempo. L'ospite, o meglio The Host per come è stato chiamato nella successiva riedizione del libro, si inserisce all'interno di quella corrente di libri a metà tra il genere per ragazzi e quello per adulti.

Tutti coloro che conoscono la saga dei vampiri della Meyer sanno che al di là dei succhiasangue e dei licantropi, che portano avanti una lotta millenaria, gran parte della storia è assorbita dal triangolo amoroso tra Edward-Bella-Jacob. L'ospite presenta più o meno il tema è più o meno il medesimo, solo gestito in maniera differente. Prima di tutto abbiamo di fronte una storia che inizia e finisce, quindi una lunghezza giusta per una storia che altrimenti diventerebbe noiosa, stancante e ripetitiva. Secondo i protagonisti non sono più dei ragazzini alle prese con le prime cottarelle e i compiti a casa, ma sono dei giovani adulti con un passato alle spalle. La storia quindi viene vista sotto un occhio molto più maturo e quindi meno scontato.

La storia è quella di un futuro lontano, dove una razza evoluta di alieni ha preso pieno possesso del pianeta terra, compresi i suoi abitanti. Tra loro c'è Melanie, nel cui corpo è stato inserita un'anima aliena. E'inizio di un rapporto che va oltre l'impossibile, due vite che abitano un'unico corpo e sentono l'una le emozioni, i dubbi, le paure e i sentimenti dell'altra...con tutto quello che ne consegue. Il romanzo è abbastanza lungo, 530 pagine non sono certo poche e portarsi in giro il libro non è certo comodo, ma secondo me ne vale la pena vista la leggerezza con cui le pagine si fanno leggere. Il linguaggio è senz'altro di tipo colloquiale, difficilmente troviamo parole di difficile comprensione, cosa che contribuisce a rendere il libro una storia fatta apposta per essere letta da tutti. Un grosso punto a favore viste le pagine.
Ciò che rende particolarmente piacevole questo libro è l'ambientazione. A parte alcuni momenti al centro della città, ci spostiamo dopo qualche capitolo nel deserto, a caccia delle persone che hanno fatto parte della vita di Melanie e in fuga dalla Cercatrice, colei che ha scoperto il segreto dell'ospite del corpo di Melanie e che sta cercando in tutti i modi di fermarla...
Il deserto e gli ambienti umidi delle caverne ci tengono compagnia fino alla fine, al punto che il lettore viene quasi adottato pure lui dalla comunità di ribelli, i pochi umani che per il momento sono riusciti a fuggire dalla colonizzazione del proprio corpo e del proprio cervello.

Un libro piacevole che non annoia mai, nemmeno quando si giunge in una delle numerose situazioni “di stallo” perchè è proprio lì che l'interiorità dei molti personaggi viene messa più in risalto dall'autrice. Un'aliena che prova sentimenti autentici come quelli del corpo che abita. Il punto di maggiore forza è proprio questo infatti. Tutto quello che viene descritto è autentico. Non si dilunga in mirabolanti descrizioni interiori come in un romanzo di fine ottocento, ma in pochissime righe o battute viene centrato il nocciolo della questione ed è impossibile non provare simpatia, amore e tenerezza per Wanda, il nome che la comunità di umani le assegna.

Interessante la metafora. La metafora della diversità, del sentirsi diversi e inadeguati. La paura di non essere accettati dal mondo in cui siamo capitati e non essere compresi dalle persone che ci circondano. Chi di noi non ha mai provato sentimenti simili? Nessuno, ed è proprio questo che crea la catarsi con il lettore, il coinvolgerlo a livello interiore con qualcosa che lui stesso ha provato sicuramente. Tutti noi ci siamo sentiti alieni qualche volta, no? Come abbiamo reagito? Abbiamo trovato la forza di reagire oppure siamo rimasti a guardare il mondo che di fronte a noi cambiava?

L'ospite racconta di un amore che va oltre il tempo e la logica. Wanda prova un amore timido e sincero per Ian, Melanie un amore viscerale e irresistibile per Jared. Chi delle due influenza più il sentire dell'altra? Chi delle due dovrà fare un passo indietro per lasciare il posto a colei che è più forte? Queste domande si fanno sempre più frequenti con il progredire della lettura e come all'interno di un ciclone di proporzioni inaudite noi lettori veniamo trascinati verso la fine. C'è ancora speranza per l'amore in un mondo governato solo dall'individualità e dallo spirito di sopravvivenza?