domenica 25 maggio 2014

Recensione: Codice infranto, di Fabrizio Valenza edito da Dunwich Edizioni

Buonasera a tutti cari lettori! Qualche settimana fa sono stato contattato dalla Dunwich edizioni, che mi ha proposto una collaborazione per la recensione di alcune loro uscite. La Dunwich è una casa editrice digitale specializzata nella diffusione di letteratura horror nostrana, gli autori infatti sono tutti italiani, cosa piuttosto significativa visto che spesso ci troviamo a leggere romanzi che provengono da altre parti del mondo. Sono stato quindi felice di accettare la loro proposta al fine di diffondere l'horror del nostro paese.

Il libro che ho appena finito porta il titolo Codice infranto, scritto dal veronese Fabrizio Valenza:

Titolo: Codice infranto
Autore: Fabrizio Valenza
Editore: Dunwich edizioni
Collana: Ritorno a Dunwich
Pagine: 136
Prezzo: 9,90 euro

La trama: Rocco Costanzo, Angelo Tiraboschi e Gustavo Nicolis sono insegnanti e colleghi presso una scuola di Verona. Nascondono un segreto tremendo: tutti e tre pedofili, nel giro di dodici anni hanno violentato e ucciso otto bambini, proteggendosi con un codice di comportamento creato appositamente. Ma quando una domenica pomeriggio Angelo Tiraboschi infrange le regole per soddisfare i propri istinti, uccidendo un ragazzo che si prostituiva, il trio piomba nell'orrore. Angelo Tiraboschi è il primo a morire in modo violento e impressionante. La maledizione che l'ultimo giovane assassinato gli ha lanciato prima di spegnersi inizia a mostrare il suo alone di minaccia. E Rocco Costanzo, il leader del gruppo, comincia ad avere degli incubi, nei quali i bambini che i tre hanno seviziato e ucciso tornano a visitarlo…

La recensione: Un libro scomodo e proprio per questo se ne dovrebbe parlare. Una tematica raccapricciante e quanto mai attuale getta uno sguardo sul mondo perverso della pedofilia, verso le sue vittime (spesso incapaci di difendersi) e verso i mostri che ne sono causa.

Quando per la prima volta ho letto la trama del libro di Fabrizio Valenza, mi sono incuriosito. Un libro horror che narrava di qualcosa di così lontano ma anche così vicino alla vita di tutti i giorni era inquietante già di suo.
Codice infranto racconta la storia di tre persone, tre adulti, quindi apparentemente innocue, che nascondono invece un segreto tremendo che li lega in modo indissolubile. Tre insegnanti di scuola, che costantemente a causa del lavoro che svolgono stanno a contatto coi ragazzi, sono tre menti deviate: tre pedofili. Il loro rapporto è legato a un codice che loro stessi hanno concepito per non farsi scoprire. Tre semplici regole per continuare a soddisfare i loro appetiti. Ad un tratto però qualcosa cambia. Quello che di loro costituisce l'anello debole della catena decide di fare di testa sua e causa la morte della sua vittima senza l'appoggio e l'aiuto dei “colleghi”. Ma prima di andarsene il ragazzo scaglia una sorta di maledizione contro il suo molestatore e tutti quelli come lui. Da quel momento in poi la segretezza del turpe trio è messa a dura prova. Iniziano dubbi, paure, incertezze e sensi di colpa, tutte cose che rischiano di mettere a repentaglio tutti gli anni che hanno passato a coprirsi le spalle, mentre la polizia lentamente sta cercando i colpevoli di tali azioni...

Parlare di pedofilia non è per niente facile, si rischia di cadere nel banale, o peggio, nel volgare. Fabrizio Valenza usa una dialettica asciutta e pulita che arriva dritta al punto senza tergiversare. Riesce a incanalare all'interno della storia, che alterna le indagini del poliziotto Armentrano e momenti in cui i tre professori confessano i loro adescamenti, attimi di pura suspance, dove il lettore viene scaraventato all'interno della mente malata di questi individui e assapora tutta la paura, l'agitazione, e la sofferenza che ogni personaggio prova a modo suo.
Se è vero che il “non detto” è ben peggiore della più dettagliata descrizione, ne abbiamo conferma in questo romanzo, dove le situazioni e le vicende vengono centellinate poco per volta accrescendo la voglia di sapere “come va avanti”.

 Un romanzo breve ma concentrato, che non lascia niente al caso. Troppo spesso siamo abituati ad avere davanti a gli occhi e tra le mani romanzi mastodontici che richiedono tutto il nostro impegno per essere portati a termine. In questo caso, Codice infranto, è il giusto mix che non annoia mai, che coinvolge fin dalle primissime pagine il lettore e crea in lui la difficoltà a smettere di leggere. Il romanzo di Fabrizio Valenza si legge tutto d'un fiato, io per primo ho dovuto forzarmi nel fare una pausa per farlo durare di più e per poter avere ancora per un altro po' a che fare con i suoi personaggi. E' un romanzo che dispiace finire, ma inevitabile farlo per il modo in cui si è trascinati dalle sue pagine. Un finale a sorpresa, inaspettato, spiazzante e raccapricciante allo stesso tempo. Strano, ma che getta una luce ben chiara e significativa su tutta la vicenda. Non vengono date spiegazioni come ci si aspetterebbe, ma il significato metaforico del finale impregna in modo così profondo ogni singola pagina che non c'è bisogno di altre parole che esplichino quanto abbiamo sotto gli occhi. La pedofilia è qualcosa di mostruoso.

 Il punto di forza del romanzo è proprio la brevità, nonostante parliamo quasi di 150 pagine. Non si perde in descrizioni ma racconta i fatti per quello che sono, in modo così semplice da trasmettere brividi in modo molto più avvincente. Nonostante sia un argomento difficile e spinoso, e certamente nessuno di noi è incoraggiato a simpatizzare per il diabolico trio, questa storia si lascia leggere in modo tale che non appena finisce vorremmo riprendere la lettura daccapo. Si resta con la voglia. Un “orrore” che coglie a pieno il genere letterario in cui si inserisce, perchè i veri orrori sono i mostri che abbiamo dentro e con cui combattiamo giorno dopo giorno e che, spesso in modo del tutto silente, vivono accanto a noi.
Questo ci insegna Valenza con questo romanzo.

Consiglio caldamente l'acquisto di questo libro. Nella sezione E-shop della Dunwich Edizioni è disponibile sia la versione ebook che quella cartacea.

Ringrazio ancora una volta la Dunwich edizioni per aver dato alla Bancarella del libro questa possibilità.

Prossimamente su La bancarella del libro:

Titolo: William Killed the Radio Star
Autore: Pietro Gandolfi
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Morte a 666 giri
Pagine: 204

La trama: Little Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui, DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui. Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita. Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un'odiosa canzone? Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.

Titolo: La porta dei cieli
Autore: Stefani Dipino
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Dunwich Crime
Pagine: 254

La trama: È una semplice porta ornamentale. Eppure custodisce un segreto che affonda le sue radici nella nascita della Città eterna. In una torrida estate romana Alessandro Altieri, professore di Antropologia Culturale, viene avvicinato da Roberto Guerrini, uno studente la cui fidanzata, Sveva, è scomparsa. Qualche giorno dopo anche Paolo Altieri, padre del professore, svanisce insieme a una stele fenicia da poco entrata in suo possesso. Cosa collega la stele alla Porta dei Cieli? Il misterioso monumento costruito nel XVII secolo dal marchese Palombara affiora nella memoria di Alessandro, ricordandogli qualcosa del suo passato. È l’inizio di un incubo per l’insegnante, che viene proiettato in una Roma oscura e onirica, fatta di leggende, borghi sepolti, laghi e templi sotterranei. Dietro le due sparizioni c’è l’ombra di una sanguinaria società che annovera tra i suoi membri personaggi che hanno fatto la storia di Roma nell’arco di quasi tre millenni. Per scoprire la verità, Alessandro dovrà aprire la mente e abbandonare tutto quello in cui ha sempre creduto. Solo così potrà svelare i segreti della sua famiglia e far luce sull’intricata trama di misteri che si tesse attorno a lui.

martedì 20 maggio 2014

Recensione: Il pozzo delle apparizioni, di Michael M Prosperi

Titolo: Il pozzo delle apparizioni
Autore: Michael M. Prosperi
Editore: Narcissus
Pagine: 363
Prezzo: 5.49 euro

La trama: Dalla penna dell’autore affiora una serie di racconti dai toni cupi e dalle atmosfere dark, intrisi di misteri e arcani, che toccano le più svariate tematiche dell’ignoto. I protagonisti si ritrovano a doversi confrontare con i sentimenti bui e spaventosi dell’animo umano: la paura, il terrore, lo sgomento ma anche il coraggio. Trasportati di epoca in epoca, in queste pagine ci si imbatte in delle favole, che, come le più classiche del genere, nascondono spesso una morale. Il Pozzo delle Apparizioni è frutto di una forte immaginazione visionaria che, con uno stile semplice ma ricercato, dà letteralmente vita ai differenti e ben caratterizzati personaggi. Inevitabile farsi coinvolgere queste storie affascinanti e stimolanti.

La recensione: Ho concluso ieri in serata la lettura di questo libro, di questa raccolta di racconti. Il pozzo delle apparizioni è una commistione dei più disparati argomenti, che vanno dalla fiaba, al racconto di paura, al genere adolescenziale. Ce n'è per tutti gusti insomma. Una trama invitante spinge il lettore ad avvicinarsi a questa silloge di racconti di un autore emergente.

Essendo un genere che abbraccia personaggi, epoche e temi differenti non siamo in grado di trovare un preciso filo conduttore che lega i racconti, a parte che molti dei personaggi protagonisti dei racconti hanno a che fare con la scrittura e la religione, cosa che fa pensare che molti di questi siano autobiografici.
Nonostante si allude ad atmosfere dai toni cupi e dark spesso il lettore si trova invece di fronte a favole della buonanotte a cui sembra mancare un degno finale. Le storie dopo essere introdotte sembrano accelerare fino ad arrivare nel giro di pochissime righe ad una conclusione che lascia sbalorditi., quasi sempre con una frase finale a mo' di morale.

I racconti con più ambio respiro, che esulano dalla sfera favolesca degli altri, hanno modo di articolare meglio la storia di cui trattano. Due in particolare.
Il primo tratta di un viaggio, un viaggio di un ragazzo che decide di recarsi a Lourdes, nota località religiosa. Al di là che ci si possa sentire o no coinvolti dall'argomento religioso, più volte all'interno del racconto ho avuto come la sensazione di non leggere più un racconto, qualcosa quindi che abbia una storia con dei personaggi che agiscono, ma un breve riassunto dell'apparizione della Madonna. Durante il viaggio del protagonista infatti, che visita i vari luoghi di culto, abbiamo un elenco preciso delle cose che vede, che fa (perfino il numero delle foto che scatta) e veniamo messi a parte della storia, quasi dettagliata dell'apparizione di Maria a Bernadette con tanto di date, al punto che non sappiamo più dove l'autore voglia andare a parare. Chi non è avvezzo alla religione può trovare forse il racconto noioso, chi invece insegue un significato resta basito di fronte al finale, che si riduce in un invito alla preghiera e alla devozione.
Il secondo racconto lungo è una storia d'amore. Due ragazzi coetanei che inizialmente sanno poco l'una dell'altro finiscono per conoscersi e innamorarsi e fare le prime esperienze assieme. Tralasciando il fatto che forse "passera" non è certo la parola più elegante per identificare l'attributo sessuale femminile, c'è da chiedersi se era necessario un così lungo racconto dedicato al carnevale in stile medioevo (corredato da nomi dei vari giochi e dei premi) a cui i due innamorati partecipano vincendo il titolo di Re e Regina. Un racconto questo che ha ben poco di cupo e di dark come dice la trama del libro, con un finale così aperto che non si riesce a intuire quale sia la verità...

Molti dei racconti presenti in questa silloge promettono bene. Abbiamo a che fare con mostri giganteschi, demoni che sbranano la gente attraverso i quadri per tornare in vita, sogni premonitori e inquietanti viaggi nella psiche umana...ma abbiamo spesso un finale che giunge troppo presto e che lascia un po' l'amaro in bocca per non aver avuto qualche dettaglio in più per capire a pieno il senso del racconto.
Buone, buonissime le idee, ma uno sviluppo forse troppo stringato che necessitava di più spazio non permette al lettore di godere a pieno e non venir suggestionato a dovere dalle parole e dalle situazioni narrate. Peccato.

Un appunto, che probabilmente non dipende dall'autore e dal suo stile di scrittura, è che la versione ebook che ho letto anche io presenta una quantità enorme di refusi ed errori grammaticali davvero imbarazzanti. Speriamo quindi in una riedizione o una correzione quanto prima, fosse anche solo per la spesa del libro...

Per coloro che fossero interessati alla lettura possono cliccare QUI e passare all'acquisto.

domenica 18 maggio 2014

Segnalazioni: "Come lacrime nella pioggia" e "Fino all'ultimo respiro", i nuovi romanzi di Rebecca e Sofia Domino

Ciao a tutti quanti cari fedeli lettori della bancarella del libro! Quest'oggi sono qua per segnalarvi 2 nuove uscite di due autrici emergenti. Loro sono Rebecca Domino e Sofia Domino di cui ho già recensito i loro manoscritti d'esordio:  La mia amica ebrea e Quando dal cielo cadevano le stelle.

Titolo: Come lacrime nella pioggia
Autore: Sofia Domino
Pagine: 281
Prezzo: Gratuito

La trama: A ventidue anni Sarah Peterson è una comune ragazza di New York, appassionata di fotografia e di viaggi. A quindici anni Asha Sengupta è una giovane ragazza indiana, venduta come sposa da suo padre. D’improvviso il presente di Sarah s’intreccia con quello di Asha. L’amicizia tra due ragazze, diverse ma uguali, spiccherà il volo. Non solo Sarah si ritrova, con il suo fidanzato, a vivere per lunghi periodi in un villaggio remoto dell’India, ma scoprirà che cosa si nasconde in un Paese magico e allo stesso tempo terrorizzante. Asha farà di tutto per lottare per i suoi sogni, per avere dei diritti paritari a quelli degli uomini e per continuare a studiare, perché non vuole sposarsi così giovane, e non vuole sposare chi non ama. Sarah si schiererà dalla sua parte, ma nel suo secondo viaggio in India scoprirà che Asha è scomparsa. Liberarla dalla trappola in cui è caduta, per Sarah diventerà un’ossessione. Un romanzo che fa luce su una verità dei giorni nostri, una storia di violenze, di corruzioni, di diritti negati. Una storia sull’amicizia. Una storia in grado di aprire gli occhi sull’India, il Paese peggiore in cui nascere donna.

Titolo: Fino all'ultimo respiro
Autore: Rebecca Domino
Pagine: 290
Prezzo: Gratuito

La trama: Allyson Boyd è una diciassettenne come tante, nata e cresciuta ad Avoch, piccolo paesino scozzese. Un giorno deve andare a portare dei compiti a una ragazza della sua stessa scuola, Coleen Hameldon, e la sua vita cambia per sempre. Perché lei e Coleen diventeranno migliori amiche. E perché Coleen sta lottando da due anni e mezzo contro la leucemia. Nella vita di Allyson entrano parole come chemioterapia, effetti collaterali, trapianto di midollo osseo, ma Coleen non vuole compassione. Vuole solamente una vita normale; una vita fatta di risate, scherzi, esperienze, viaggi, musica, chiacchiere e confidenze, fino a quando non sarà costretta a prendere una decisione che cambierà la sua vita, quella di Allyson e delle altre persone che le vogliono bene. È possibile non avere paura della morte? Ed è possibile insegnare a vivere? Una storia sulla speranza, un inno alla vita. Un romanzo che ci ricorda il coraggio quotidiano di tutti gli adolescenti che lottano contro il cancro e quello degli amici al loro fianco.

Speriamo di poterli leggere presto e di poter scrivere qualcosa al riguardo, sembrano due titoli davvero promettenti...

sabato 17 maggio 2014

Cent'anni di solitudine, di Gabriel García Márquez

Ben ritrovati, eccoci qua per un altro appuntamento con i classici senza tempo. Sono orgoglioso di me perchè Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez è uno di quei libri che volevo leggere da una vita e adesso, finalmente ci sono riuscito!

Titolo: Cent'anni di solitudine
Autore: Gabriel García Márquez
Editore: Mondadori
Pagine: 384

La trama: È la storia centenaria della famiglia Buendìa e della città di Macondo. In un intreccio di vicende favolose, secondo il disegno premonitorio tracciato nelle pergamene di un indovino, Melquiades, si compie il destino della città dal momento della sua fondazione alla sua momentanea e disordinata fortuna, quando i nordamericani vi impiantarono una piantagione di banane, fino alla sua rovina e definitiva decadenza. La parabola della famiglia segue la parabola di solitudine e di sconfitta che sta scritta nel destino di Macondo, facendo perno sulle 23 guerre civili promosse e tutte perdute dal colonnello Aureliano, padre di 17 figli illeggittimi e descrivendo in una successione paradossale le vicende e le morti dei vari Buendìa.

La recensione: Non credo possa dire qualcosa di nuovo o di originale su questo libro, vista la sua fama. Sarebbero troppe per un  romanzo che è diventato un classico della letteratura contemporanea. Sono approdato alla sua lettura adesso, in età avanzata, e forse è giusto così. Ogni libro ha il suo momento.

Cent'anni di solitudine è un romanzo un po' anomalo. E' un libro che solitamente potrebbe essere letto sui banchi di scuola, solo che i prof. preferiscono andare sempre sul caro Giovanni Verga e allietare le nostre mattinate con I Malavoglia. Due storie differenti ma molto affini, ecco perchè l'ho citato.
E' uno di quei libri di cui senti spesso parlare per motivi differenti, un libro che salta fuori in occasioni e modi differenti, quindi non sapevo esattamente cosa aspettarmi.
Il lettore si trova di fronte la fondazione di Macondo, una città fittizia non ben collocata, vicino alla costa a nord della Colombia. Macondo è la città Natale della dinastia dei Buendìa. La storia procede in modo cronologico, veniamo quindi a sapere via e morte di ogni personaggio, dalla sua nascita in poi.
I personaggi meriterebbero fiumi di parole, fosse anche solo per il fatto che uomini e donne della famiglia Buendìa portano tutti lo stesso nome con solo qualche piccola variante che li contraddistingue (più volte mi sono trovato a sorridere nello sforzo di tenere a mente tutto quanto l'albero genealogico!).


C'ent'anni di solitudine è un romanzo che inizia in sordina e forse proprio per questo spaventa e spesso spinge ad abbandonare la lettura dopo poche pagine. Mancondo è una città, e come tale si porta dietro persone e un'infinità di avvenimenti che si succedono a un ritmo vorticoso. Per apprezzare questo libro dobbiamo lasciarci suggestionare da questo paesotto che sembra spero da qualche parte nel mondo e seguire con passione le vicissitudini dei suoi personaggi nella sua totalità, tenendo sempre presente che le antiche pergamene di Merquiades lo zingaro fanno da collante e che il significato della storia sta proprio al loro interno.
Gli abitanti di Macondo sono persone della vita di tutti giorni, che affrontano la vita nel migliore dei modi, pensando che un domani per loro non c'è. Ma vivono intensamente ogni attimo della loro giornata venendo a patti con il lavoro, la famiglia (che via via si ingigantisce), l'amore, e lo sviluppo del loro piccolo mondo che sembra venir minacciato dalla civiltà e dalla tecnologia che rapidi avanzano.

Il punto di forza del romanzo è proprio il suo modo di narrare di persone che potrebbero essere nostri amici o vicini. Non ci sono nel romanzo eventi epocali, ma è proprio per questo suo incedere verso una fine che all'inizio non ci aspettiamo che lo rende unico nel suo genere.
Leggere questo libro serve. Serve non solo perchè è diventato parte integrante della nostra cultura, ma perchè  non ha niente da invidiare a nessun'altro classico che si rispetti. Una di quelle storie che uno che ama leggere non può lasciarsi sfuggire, fosse anche solo per avere la soddisfazione di dire "si, l'ho letto anche io". Un libro che deve far parte di noi.
Leggete Cent'anni di solitudine!

Molto simile come costruzione della storia è un romanzo che ho letto qualche tempo fa sempre grazie al consiglio di una collega: Madre del riso di Rani Manicka.
Romanzo che ho oltremodo adorato dall'inizio alla fine per la sua suggestività e passionalità.

La trama: Ceylon, inizi del Novecento. Una giovane viene data in sposa a un uomo malese molto più vecchio di lei che per averla si finge ricchissimo. La ragazza è costretta a seguirlo in Malesia e scopre che l'uomo, tra l'altro bruttissimo, è solo un modesto impiegato e vive in povertà. Da quel momento sarà lei la vera "colonna" della famiglia, sia moralmente che economicamente. Malese, ma residente in Inghilterra, laureata in economia, Rani Manicka firma questa saga femminile ambientata nel cuore esotico della sua terra natale.

martedì 13 maggio 2014

Recensione: I Watson, di Jane Austen

Buonasera a tutti carissimi compagni di lettura! Prima di venire all'argomento di oggi vorrei ringraziarvi tutti quanti uno per uno. Grazie per il sostegno che mi date, grazie per i messaggi che ogni giorno spedite nella mia casella di posta, e grazie per le numerose capatine che fate qua ogni giorno. Grazie insomma!

Ma veniamo a noi adesso. Giuro che non appena ho visto questa nuova serie di libretti editi dalla Newton Campton la giornata ha subito un'impennata colossale. Già tempo fa ero felice che fossero usciti dei classici alla modica cifra di poco meno di un euro...adesso ancora di più vedendo questa nuova serie con la copertina dura a soli 1.90!
Ecco che non ho potuto fare a meno di passare all'acquisto non appena ho visto una delle mie autrici preferite, colei con cui sono cresciuto a suon di balli, doti, matrimoni da organizzare e corse nella brughiera: Jane Austen.

Titolo: I Watson
Autore: Jane Austen
Editore: Newton Campton
Pagine: 125

La trama: La famiglia Watson si ritrova nella situazione di dover mantenere un certo decoro senza averne i mezzi. Trovare un buon partito, allora, sembra l'unica via di salvezza da un destino altrimenti segnato. Ma l'orgogliosa Emma, a differenza delle sorelle, vuole sottrarsi alla contesa per i pochi scapoli abbienti del paese.

La recensione: Parto dicendo che sono di parte, che mi sono letto tutto quanto (o quasi) quello che ha scritto la Austen. Sono un appassionato da quando fui catturato dalla storia di Elizabeth Bennet di Orgoglio e pregiudizio all'età di 13 anni.
Sento quindi adesso il dovere di parlare di lei e di uno dei suoi romanzi destinato a restare incompiuto.

La storia è semplicissima, come del resto molte delle storie scritte dall'autrice, ma in queste poche pagine, possiamo assaporare quella che sarebbe certo diventata una grande storia del calibro di Ragione e sentimento oppure Mansfield Park.
Ci troviamo di fronte la famiglia Watson in ristrettezze economiche, che non sa come poter tiare avanti. L'unico modo che il Mr. Watson ha di risollevare le sorti della famiglia, ormai alla mercè delle malelingue, è quello di piazzare le figlie con qualche buon partito.
Siamo nel momento esatto in cui Elizabeth (nome piuttosto ricorrente in tutta la bibliografia dei romanzi Austeniani) porta la sorella minore, Emma, al suo primo ballo in società. Tra poco quindi Emma, farà i conti con vecchi amici di famiglia, e nuovi individui, primo fra tutti Lord Hosborne...

La cosa interessante di questo libro (e se vogliamo anche di Orgoglio e pregiudizio) è il temperamento della protagonista, Emma Watson, che va totalmente controcorrente. Le sue sorelle maggiori per diversi motivi si trovano a fronteggiare situazioni sentimentali che vanno oltre le loro capacità e volontà. Emma decide da sola. Contrariamente a quanto le verrebbe imposto dal padre e dalla sorella, ossia di avere a quel suo primo ballo un comportamento ineccepibile al fine di accattivarsi la simpatia dei giovanotti più influenti del circondario flirtando (come si direbbe oggi) in modo discreto, lei riesce ad attirare l'attenzione in modo del tutto naturale. Non si lascia andare a svenevoli commenti sugli abiti, non si lascia intimidire da coloro che per la prima volta le rivolgono la parola. Non si lascia spaventare da persone di rango più alto sapendo che lei si trova a quel ballo per accaparrarsi un marito e una rendita considerevole... Emma è un'eroina in pieno stile Austen.
Lo stile è il più classico del genere, complimenti quindi alla traduzione che rende piacevole e scorrevole questo inizio di romanzo. La storia, sfortunatamente si interrompe non appena Emma torna dal viaggio e mette a parte la sorella di ciò che ha visto e fatto durante il suo debutto. Ma ciò che alimenta in modo feroce la curiosità del lettore, che sfortunatamente resta a bocca asciutta, è l'arrivo dei parenti della famiglia Watson...che vogliono sapere e che alimentano lo stato di agitazione e di insubordinazione.
Ce la farà Emma con il suo stile e i modi raffinati a combattere contro le convenzioni e trovare la persona a adatta a lei senza lasciarsi trasportare dai problemi economici e le dicerie delle sorelle?

Purtroppo non lo sapremo mai con certezza. La cosa carina però è la presenza alla fine del racconto di alcune pagine che raccontano del manoscritto ritrovato dal nipote di Jane Austen che ci informa su come la storia, secondo l'autrice, sarebbe dovuta andare avanti...
Inutile dire che la voglia di leggere un degno finale resta in ogni caso.

lunedì 12 maggio 2014

"Le orme leggere del cuore" la parola all'autore: Daisy Raisi

Buonasera a tutti quanti cari divoratori di libri, questa sera sono qua per inaugurare insieme a voi una piccola rubrica chiamata La parola all'autore, un piccolo angolino dedicato a tutti coloro che hanno scritto un libro e che scrivono in prima persona della loro opera.
La prima opera che ospitiamo in questo primo post della rubrica è una silloge di racconti che è già apparsa su queste pagine: Le orme leggere del cuore di Daisy Raisi.

Titolo: Le orme leggere del cuore
Autore: Daisy Raisi
Editore: Youcanprint
Pagine: 67

La trama: Una silloge di racconti che vuole essere un omaggio al genere femminile, alla sua forza silenziosa. Cinque storie, cinque ritratti di donna che hanno un unico comune denominatore: l'amore, sotto qualunque aspetto e forma esso si presenti.

La parola all'autore: "Dedico questo post, su invito di Francesco, al mio terzo libro edito "Le orme leggere del cuore", una raccolta di racconti scritti in periodi diversi della mia vita. CInque, per l'esattezza: i più recenti Caterina e Angelita; a seguire, in ordine cronologico, Sara, Eva e, lontanissimo nel tempo, Alice.
Queste storie di donne, tenaci e altruiste, giacevano nei miei cassetti finché non mi sono detta:"Facciamone una silloge!" e così è stato. "Le orme..." mi hanno stupito fin dai loro primissimi passi: il libro è stato inserito in una banca-dati di autori indie, ricevendo migliaia di visualizzazioni al suo incipit, e, in promozione gratuita su amazon, è risultato scaricatissimo. Book-trailer, audiointervista e audiolettura sono stati inseriti su youtube gold e dei siti lo hanno segnalato spontaneamente in qualità di best-seller... Insomma, un risultato davvero inatteso per me che lo avevo pubblicato senza nessunissima aspettativa. Ma il regalo più bello continuano a essere i vostri commenti. Ognuno punta al cuore della silloge, svelandone il comune denominatore: l'amore, quello incondizionato, quello puro, così raro da trovare in questa società. L'amore inteso come dono di sé a un partner, a una causa, a un figlio, a un'amicizia, persino quando tutto sembra opporsi alla sua concretizzazione.
Il fatto che l'abbiate gradito mi rende speranzosa: significa che il cuore delle persone non è poi così insensibile ai richiami dell'amore autentico, sotto qualunque forma esso si presenti. Ma non è finita qui... Uno dei racconti contenuti in questa silloge, "Caterina", dal finale volutamente aperto, avrà un seguito, al quale sto lavorando. Nel frattempo, colgo l'occasione per rinnovarvi l'invito a scaricare "Le orme leggere del cuore", se non l'avete già fatto: lo trovate in versione e-book, nei principali bookstore, italiani e stranieri, fra i quali, appunto, amazon, al costo di 1,49 €.
Grazie di cuore per avermi dedicato un po' del vostro prezioso tempo".

Grazie ancora a Daisy per aver accettato la mia offerta di inaugurare questa rubrica sulla Bancarella del libro in modo così tempestivo. Per chi poi volesse rinfrescarsi la memoria e rileggersi la recensione della sua silloge può cliccare QUI.

mercoledì 7 maggio 2014

Recensione: L'amore (pressappoco), di Elena Gentile

Titolo: L'amore (pressappoco)
Autore: Elena Gentile
Editore: Amazon Media
Pagine: 256
Prezzo: 2.68 euro

La trama: Il romanzo è un thirty-drama. Narra le vicissitudini di tre ragazze quasi trentenni, tre coinquiline, tre amiche. Insieme hanno condiviso tutto: la vita, gli amici, le conoscenze, i ragazzi. In qualche modo piccanti, un po' complessate. La protagonista assoluta è Luisa, innamorata di Roberto, un suo collega, tipo brillante, playboy incallito. Le altre due "protagoniste", ma neanche tanto, sono Valeria e Sara: la prima non riesce a scegliersi tra i tanti spasimanti; la seconda non resiste ai ragazzi stranieri. Nell'anno del loro trentesimo compleanno cambieranno un po' troppe cose, per arrivare, infine, al climax dell'opera. Il tutto condito con battutine acide e poco sentimentali commenti del narratore dell'opera che non si lascia sfuggire neanche un attimo per buttare un po' di zizzania qui e lì.

La recensione: Un libro semplice non c'è che dire. Il tema classico delle amiche che crescono insieme e vanno a vivere insieme raccontandosi tutto. Luisa, Valeria e Sara passano le loro giornate raccontandosi le loro vicende amorose a 30 anni o giù di lì....

Quello che mi ha stupito di questo libro è il tono con cui è scritto. Una ragazza, forse coetanea delle protagoniste del libro, ci racconta le vicende delle tre amiche e delle loro tresche. Un tono che poco si addice all'età delle protagoniste che non dovrebbero più avere a che fare con le vicende da ragazzine in piena tempesta ormonale. La narratrice, a perer mio, troppo si insinua all'interno della narrazione, rendendo poco comprensibile il momento in cui la storia procede e quando invece ci mette a parte dei suoi pensieri con un linguaggio e delle battutine adatte a un pubblico di ragazze delle scuole medie...

Il romanzo presenta poche descrizioni, molto più incentrato sul botta e risposta corale di tutti i personaggi della storia, che a sua volta presenta pochi e brevi "colpi di scena" del tutto prevedibili purtroppo. Le storie delle tre amiche che si intrecciano di continuo presentano un costante scambio e riflusso di ragazzi quasi ci trovassimo di fronte a un romanzo di Federico Moccia degli albori, solo che in questo caso ci troviamo di fronte a persone che non hanno più tredici anni ma che ne hanno quasi trenta (e alcuni pure quaranta!), che lavorano e che sono indipendenti dalla famiglia,  persone che dovrebbero aver sviluppato una capacità di pensare matura,  e invece:

"Se fosse per me sarebbero tutte relazioni tromba e scappa, anche se in questo periodo ho fatto la brava bambina con Andrea! (...) Dico che mi servirebbe solo un tromba-amico, a pensarci bene poi non avrei tutti i regali che mi fa Andrea! (...) Anche perchè devo trovare il suo sostituto! Sola non ci sto!"

E poi:

"Lui invece, vuole una cosa sola e ogni volta che la incontra la usa per farci i suoi porci comodi. Si, magari le prime volte in cui stavano insieme l'amava, ma ora? Dopo cinque anni? A quindici anni va bene, puoi caderci, sei alle prime armi. A diciotto...mmh, forse, ma se torna quando hai venticinque anni, non ci puoi ricadere come una scema"

Capisco che molte persone di quasi trent'anni ragionino spesso in questo modo (lo so perchè anche io ho quell'età) ma quando queste parole sono pronunciate da dei personaggi la dice lunga sul loro carattere anche se non viene spiegato in modo esplicito.

La storia che occupa maggiormente lo spazio narrativo è la storia di Luisa e Roberto che eclissa un po' le altre due. Una coppia di colleghi dove lei corre dietro a lui da una vita e lui nel frattempo se la spassa con un numero indefinito di partner. Veniamo quindi informati dalla nostra narratrice tutti i loro tira e molla, i loro sguardi a lavoro, le loro ripicche, ecc. ecc fino al momento in cui i due finalmente si trovano e decidono di stare insieme. A questo punto assistiamo a un cambio di genere, sembra che il libro non sia più lo stesso e che sempre più di tramuti in una sorta di rinnovato Cinquanta sfumature dove le scene di sesso esplicito si moltiplicano ogni volta che Roberto e Luisa si incontrano, senza ovviamente tralasciare nessun particolare...nessuno.

Una gravidanza improvvisa "colpisce" poi una delle tre amiche. Colpisce forse più il lettore che non percepisce niente mentre sta leggendo, non capisce finché non legge qualcosa tipo "Oddio, lei era incinta!" e si chiede il perchè di questa notizia shock quando ancora non è arrivato alla metà del libro e non ha ancora preso confidenza con il personaggio coinvolto.
Successivamente una delle tre lascia il fidanzato attraverso il citofono! Lui giù in strada e lei sù in casa che gli dice che non lo vuole più vedere mentre le amiche la stanno guardando ridendo come delle pazze. Una situazione da cottarella di terza media o, nella migliore delle ipotesi, da primo anno di scuola superiore

Un romanzo questo che forse non ha un chiaro genere a cui rifarsi. Lo stile sarebbe quello del più classico Chick-lit, vista l'età dei personaggi coinvolti. Le situazioni e il linguaggio poi fanno pensare a un romanzetto adolescenziale, dove il pensiero più importante è che cosa penserà il ragazzo di turno quando suonerà alla porta e scoprirà che ancora non abbiamo fatto a tempo a spazzolarci i capelli.
La storia c'è, ma sfortunatamente sembra non poter (o voler?) partire.
Non sono poi solito fare commenti sulla storia vera e propria, cioè sui fatti che vengono narrati e pensati dall'autore, stavolta però in occasione del finale di questo romanzo, mi sento di ricordare a tutti quanti noi che del Romeo e Giulietta Shakespeariano ce n'è e ce ne sarà sempre uno solo....

Per coloro che fossero interessati a dare un'occhiata al libro e staccare un po' la spina basta cliccare QUI.

lunedì 5 maggio 2014

Recensione: Un testimone pericoloso, di Maurizio Foddai

Titolo: Un testimone pericoloso
Autore: Maurizio Foddai
Editore: LibroMania
Pagine: 195
Prezzo: 2.99

La trama: Serse è un uomo infelice: la vita da architetto in carriera non gli appartiene. Il suo sogno di diventare scrittore è imprigionato dalla routine quotidiana che lo costringe da troppi anni a lunghe, insoddisfacenti giornate lavorative. All’improvviso un’eredità, l’occasione che ha sempre desiderato si materializza davanti ai suoi occhi: con una grande somma a disposizione, Serse può finalmente dedicarsi esclusivamente alla sua passione. Ma la felicità dura lo spazio di pochi attimi. Un abile truffatore rivendica la proprietà del testamento e Serse, colto dall’ira, lo uccide, apparentemente senza lasciare tracce. Tormentato dall’accaduto, decide di sparire dalla circolazione finché un evento inaspettato gli dona una nuova identità, innescando una catena di eventi imprevedibili che rischiano di rivelarsi molto pericolosi.

La recensione: Un thriller, come non ne leggevo da tempo. Non leggo molti libri di questo genere perchè spesso non so come può prendermi al momento della soluzione finale. Maurizio Foddai ha voluto sottoporre alla mia visione il suo romanzo Un testimone pericoloso e l'ho letto molto volentieri.

E' una storia di omicidio e di scambio di personalità. Un po' come per Il fu Mattia Pascal di Pirandello, sebbene con parecchie e sostanziali differenze. La storia risulta parecchio piacevole alla lettura e si viene proiettati nell'animo del protagonista, che per caso oppure per destino, finisce per vestire i panni del suo pseudonimo letterario e a vivere la vita che tanto voleva. Ma a che prezzo?
Il protagonista, Serse, si ritrova in una situazione complicata dopo aver ereditato da una lontana parente una somma ingente di denaro, che rischia però di venire dimezzata a causa di un losco individuo che minaccia di rovinalo.
Ed ecco l'omicidio. Senza svelarvi nulla salto la parte in cui si spiega come mai il protagonista dediche di cambiare vita. Sennò che gusto c'è?
Poi inizia la fuga per cercare di sfuggire a un destino che sembra inevitabile. L'aver ucciso una persona è cosa pericolosa. Una nuova città e una nuova professione sembrano essere la soluzione ai suoi problemi. Ma ecco che Calvin, questa è la nuova identità di Serse, proprio a causa dell'omicidio commesso, viene contattato da una persona che inizia a fare richieste particolari. Un testimone. Testimone di quell'unico omicidio da cui tenta selvaggiamente di fuggire Serse/Calvin...

Lo stile dell'autore è molto scorrevole, cosa che mi ha fatto parecchio piacere. Il libro si legge praticamente da solo, coinvolge e fa venire voglia di andare avanti per capire fino a che punto gli strani accadimenti presenti nella storia possano essere collegati. Tuttavia ci sono dei passaggi in cui la storia è confusa. L'intreccio si sovrappone a eventi accaduti anni addietro per spiegare che cosa sta succedendo nel presente. Forse a causa dei medesimi personaggi, si riesce a capire che cosa voglia dire l'autore, senza però comprendere a fondo il perchè i personaggi agiscano in quel modo.
Un po' come spesso accade con i libri di Dan Brown, dove gli aventi si succedono a un ritmo vorticoso, in questo Testimone pericoloso i momenti di azione hanno delle conseguenze che non si sa dove portano.
Il protagonista è molto ben delineato e interessante, al contrario ad esempio della collega di lavoro, con cui Serse anni addietro ha avuto pure una storiella. L'altro protagonista è un personaggio femminile che avrà un ruolo determinante nella storia e che finirà per avere anche lei un grosso segreto da nascondere. La parte centrale del libro quindi è occupata dallo sviluppo del rapporto tra i due, una sorta di storia d'amore, scritta apposta per allontanare momentaneamente il lettore dall'intreccio di scambio di personalità e far emergere con ancora più irruenza il finale a "sorpresa". Farci affezionare quasi a un personaggio per poi spiazzarci con qualcosa che non ci dovevamo aspettare.
Quando i personaggi importanti di una storia sono pochi e si contano sulle dita di una mano al lettore non resta che immaginarsi un unico finale, che sfortunatamente è fin troppo banale...
Un libro piacevole e coinvolgente indirizzato forse a coloro che sono poco avvezzi a genere e che quindi sono "vergini" ai possibili escamotage.

Per tutti coloro che fossero interessati a leggersi il romanzo fare click QUI.