mercoledì 25 giugno 2014

Recensione: William killed the Radio Star, di Pietro Gandolfi edito da Dunwich Edizioni

Ciao a tutti quanti miei cari lettori! E' con grande piacere che, come promesso, torno a parlarvi di uno dei lavori edito dalla casa editrice Dunwich Edizioni, casa editrice specializzata nella diffusione di letteratura horror. On ine già da qualche tempo e in versione cartacea presentato recentemente alla Fiera del libro di Torino William killed the Radio Star del vicentino Pietro Gandolfi fa adesso la sua comparsa ufficiale anche su queste pagine.


Titolo: William Killed the Radio Star
Autore: Pietro Gandolfi
Editore: Dunwich Edizioni
Collana: Morte a 666 giri
Pagine: 204

La trama: Little Wood è un piccolo angolo di paradiso immerso nelle foreste del nord, un posto dove chiunque può trovare pace e serenità. Ma non Jazz. Per lui, DJ di colore trapiantato dalla Lousiana, una normale notte di diretta si trasformerà in un incubo. Perché qualcuno lo odia nel profondo, perché qualcuno deciderà di chiudere i conti in sospeso con lui. Trovandosi di fronte a una minaccia che non dovrebbe esistere, Jazz sarà costretto a combattere per sé e per le persone che ama, pronto a sacrificare tutto, persino la vita. Ma chi è la presenza che si aggira nella stazione radio come uno spirito inquieto? E perché il nome di William Heart, cantante e piccola leggenda locale, continua a tormentarlo come il ritornello di un'odiosa canzone? Quando Jazz lo scoprirà si pentirà di aver abbandonato la sua casa per rifugiarsi nella fredda ostilità di Little Wood.

La recensione: Come nei più classici libri horror anche in questo romanzo di Pietro Gandolfi ritroviamo tutti gli elementi narrativi per far stare il lettore col fiato sospeso, e questo è un buon inizio.
Due righe penso vadano spese per la scelta dell'immagine di copertina. Chiara ed esplicativa della storia e dell'ambientazione che ci troviamo di fronte. Una giornata dal cielo plumbeo, una costruzione  in legno quasi sommersa dalla neve e delle orme insanguinate. Non viene forse voglia di sapere cosa accade all'interno di quella costruzione isolata dal resto del mondo?

La storia inizia di colpo. Dopo poche pagine siamo immersi nell'universo di WKTL, piccola radio locale di Little Wood, che trasmette grandi successi musicali.
Jazz, ragazzo di colore trapiantato dalla Louisiana, è alla prese con la sua trasmissione, che va in onda ogni sera per tutta la notte assieme ai colleghi Chuck e Isabelle. Quella che sembra l'inizio di una normale serata a base di musica si trasforma in una serata da incubo. La sera prima infatti il cadavere di William Hurt, cantante locale reso famoso dalle sue canzoni dalle sonorità melodiche, è stato trafugato dopo un morte violenta per overdose. Jazz, che da sempre ha deriso la carriera del cantante, si trova adesso a fare i conti con i fan più accaniti del cantante defunto, coloro che più sono stati influenzati dalla sua musica, e adesso non sopportano che venga gettato fango sul loro idolo. Sono molti e con pareri differenti, alcuni gentili, altri più scortesi e senza mezze misure. Ma quando tra loro appare una fan che confessa di essere lei ad aver prelevato il cadavere dal cimitero le cose cambiano. E di parecchio... Inizia così tutta una serie di rivelazioni che getteranno panico all'interno dell''emittente radio, momenti di paura e puro delirio, che faranno si che ciascun personaggio rimetta in discussione il proprio ruolo e la propria vita.

L'intera vicenda ha la durata della diretta radiofonica gestita da Jazz. Inizia poco prima che il protagonista inizi il turno di lavoro e si conclude all'alba. Un tipo di narrazione che permette al lettore di essere pienamente coinvolto nella vicenda quasi fosse anche lui un semplice ascoltatore della piccola emittente radio, che seduto comodamente sul divano della propria casa assiste alla trasmissione notturna nell'attesa che fuori la tempesta di neve cessi.
Il romanzo non ha interruzioni, non ha pause e pagina dopo pagina la tensione cresce con il peggiorare della situazione all'interno della radio, che non sto qua a raccontare per non svelare tutto quanto e rovinare la sorpresa.

Pietro Gandolfi, chiaramente influenzato dalla sua grande passione che è la musica e facente parte di un gruppo musicale, correda William killed the radio star di citazioni e nomi di gruppi metal e rock dimostrando di conoscere a fondo l'argomento di cui parla e mettendo i singoli titoli al servizio della storia.

Curiosità e riferimenti: All'interno del romanzo, come è scritto anche nella prefazione, possiamo trovare numerosi riferimenti al Re del Brivido Stephen King, cosa non da poco essendo Gandolfi uno scrittore emergente. Troviamo infatti nel suo romanzo una situazione di emergenza, una cittadina di provincia isolata da una tempesta di neve, proprio come succede ne La tempesta del secolo e Shining dello scrittore del Maine.
Ma i riferimenti non finisco qua. Chi di voi ricorda The texas chainsaw massacre più noto come Non aprire quella porta dove un pazzo energumeno con una maschera di pelle umana e armato di una motosega fa strage di un gruppo di ragazzi? Oppure chi ricorda il famosissimo Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris dove l'omicida usa la pelle delle proprie vittime per un uso molto "alla moda"?
Gandolfi racconta tutto questo e mischia sapientemente una narrazione scorrevole come le parole di un deejay notturno alle prese con dei fan accaniti che rifiutano la morte del loro cantante del cuore, a una trama dall'incalzante struttura che non annoia mai e anzi, fa quasi venir voglia di non abbandonare la lettura per paura di "interrompere" inavvertitamente la trasmissione di Jazz alla WKTL.
Noi siamo i lettori e noi siamo allo stesso tempo gli ascoltatori di quella stessa radio che mette in pericolo tutti quanti. Un romanzo dalle chiare connotazioni horror ma dal duplice significato, quello di renderci partecipi di un incubo e quello di farci capire quanto le parole, se pronunciate con sincerità e ascoltate da più persone, siano importanti e quanto queste possano metterci in pericolo se non abbiamo coscienza di quello che stiano dicendo.

Un romanzo che da un chiaro messaggio, molto esplicito, che va ben oltre la semplice storia, ma che serve a far capire che tutto quello che apparentemente potrebbe sembrare innocente o stupido, possa rivelarsi pericoloso e mettere in atto qualcosa da cui è difficile uscire senza farsi male.
Un finale che lascia a bocca aperta e apre molti interrogativi sulle scelte che nella vita facciamo ogni singolo giorno, ma uno su tutti regna sovrano: siamo così sicuri di poter sacrificare la nostra stessa vita in favore delle persone che amiamo?
Leggete il libro di Pietro Gandolfi e lo scoprirete.

Qui disponibile sia la versione cartacea che digitale.

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