mercoledì 16 aprile 2014

Recensione: Insurgent, il secondo libro della serie Divergent di Veronica Roth

Benritrovati! Eccoci di nuovo qua per parlare del seguito della trilogia dispotica del momento, quella di Divergent. Insurgent, secondo libro della serie scritta da Veronica Roth.

Titolo: Insurgent
Autore: Veronica Roth
Serie: #2 Divergent
Editore: DeAgostini
Pagine: 510

La trama: Una scelta può cambiare il destino di una persona... o annientarlo del tutto. Ma qualsiasi essa sia, le conseguenze vanno affrontate. Mentre il mondo attorno a lei sta crollando, Tris cerca disperatamente di salvare tutti quelli che ama e se stessa, e di venire a patti con il dolore per la perdita dei suoi genitori e con l'orrore per quello che è stata costretta a fare. La sua iniziazione avrebbe dovuto concludersi con una cerimonia per celebrare il proprio ingresso nella fazione degli Intrepidi, ma invece di festeggiare la ragazza si è ritrovata coinvolta in un conflitto più grande di lei... Ora che la guerra tra le fazioni incombe e segreti inconfessabili riemergono dal passato, Tris deve decidere da che parte stare e abbracciare completamente il suo lato divergente, anche se questo potrebbe costarle più di quanto sia pronta a sacrificare.

La recensione: Detto fra noi sono rimasto parecchio spiazzato, e anche dopo averlo finito non sapevo cosa pensare. Ecco che ho impiegato le ore di lavoro a meditare su quanto sto per scrivere.
Indubbiamente in questo secondo libro della trilogia si hanno dei cambiamenti in un certo senso. Riprendiamo la storia da dove l'avevamo lasciata, con Tris innamorata di Tobias e una guerra imminente che minaccia di sconvolgere la città divisa in fazioni. Ok.
Ora, non so come mai, il lettore (quindi me compreso) si ritrova in una parabola di sparatorie infinita seguita da uno spostamento continuo. Mi spiego.
Per combattere la guerra contro gli Eruditi, coloro che detengono il potere e lo sviluppo tecnologico, gli Intrepidi decidono di cercare delle alleanze (ovvio, no?) rivolgendosi inizialmente ai Pacifici, che per motivi che non sto qua a raccontare diciamo che "rifiutano" di dare loro un appoggio. Ecco che buona parte degli Intrepidi si ritrova in mezzo agli Esclusi. A dispetto di tutti, si sono organizzati e sono diventati una grande potenza. Si viene a sapere poi che Tris non è l'unica Divergente ma ce ne sono molti altri...
Come nel primo libro, che si dilungava un sacco sui combattimenti durante l'iniziazione degli Intrepidi, in questo secondo ci troviamo di fronte a pagine e pagine di spostamenti tra i vari quartieri delle diverse fazioni senza che succeda nulla di così tanto importante, a parte qualche rappresaglia.
Il discorso si dilunga forse troppo sulle simulazioni, allucinazioni indotte da dei sieri all'interno del corpo mediante la puntura di una siringa. Gli Eruditi stanno mettendo a punto un nuovo siero a cui i Divergenti dovrebbero essere immuni, in modo così da poter controllare anche le loro menti.
Ed è questo che succede quando Tris fa irruzione nel loro quartier generale e viene catturata: sperimenta questo siero.
L'autrice poteva sinceramente trastullarsi un po' meno in questo senso ed evitarci la prova di tutte quelle siringhe.
Il finale del libro ci porta a conoscenza di quella cosa che aleggia per tutto il libro e che ci viene nascosta per troppo tempo. Troppo. L'autrice ci mette al corrente di un'informazione che potrebbe cambiare le sorti della città intera e mandare tutto quanto in frantumi, wow eh, però perchè ci fai vedere la carota e non ci permetti mai di sentirne magari il sapore? Quest'informazione è quella cosa che regge le sorti del romanzo e invece di dare più spazio a questa cosa la storia si sbalza da una parte all'altra dei vari quartieri della città senza saperne il motivo, si ok gli Intrepidi vogliono degli alleati ma 500 pagine per ribadirlo di continuo non sono un po' troppe? Si viaggia insieme alla protagonista e ai suoi compagni da un posto all'altro combattendo con pistole spianate, ma per cosa? Che poi la battaglia vera nemmeno viene descritta perchè noi siamo con gli Intrepidi a cercare di "ingannare" l'ennesima simulazione messa in atto dagli Eruditi... Viene secondo me perso troppo tempo a descrivere situazioni di cui ci importa fino a un certo punto.
Non era meglio un'unica battaglia ma ben descritta, piuttosto che sporadiche incursioni nelle fazioni per venir catturati e torturati?

I personaggi descritti sono gli stessi del primo libro, che sono tanti. Così tanti che spesso per tenere tutti quanti sotto controllo, la scrittrice mette troppa carne al fuoco rendendo lo svolgimento intrinseco della storia un po' sdrucciolevole.
Troppe smancerie tra Tris e Tobias stavolta. Loro due che litigano fanno quasi cambiare genere al romanzo, dando una pennellata di miele fin troppo abbondante a tutta la storia.
Ci sono tradimenti vari all'interno della storia, uno forse più importante di tutto il resto e che riguarda la protagonista molto da vicino...e non gli viene dato affatto il giusto peso, liquidando la faccenda con una paginetta, forse due. Peccato.

Il libro nel complesso scorre bene non c'è che dire peccato che durante la lettura abbia avuto come la sensazione che la Roth abbia voluto allungare un po' troppo il brodo per avere ancora qualcosa da scrivere nel terzo volume della trilogia...

Cosa viene dopo?

Nessun commento:

Posta un commento